top of page

All’insaputa di molti, da qualche tempo è stata introdotta la celebrazione della cosiddetta “giornata del sollievo”, un evento pronto a richiamare l’attenzione su una tematica specifica e forse a lungo trascurata come il dolore. 

L’esperienza del dolore è propria dello stato di malattia. Se fino a qualche decennio fa ridotti o inesistenti erano i metodi per contenere o controllare in modo significativo tale esperienza, i farmaci di cui disponiamo oggigiorno sembrano invece essere in grado di dare un certo sollievo persino alla sofferenza più acuta. Oggi la battaglia al dolore può contare su una serie di strumenti molto efficaci, quali la morfina, gli anestetici, gli analgesici o antinfiammatori. 

Parlare di dolore potrebbe apparire fuori luogo ai giorni nostri, in un’epoca in cui pare vigere la maschera della felicità. 

Ma provando a recuperare uno sguardo più sensibile, ci accorgeremmo che la condizione umana è a tutt’oggi una condizione dolorosa. 

Non che i mass media trascurino il dolore, anzi, esso è presente, ma quanto mai deformato in forme di spettacolarizzazioni asservite alla logica del più alto indice d’ascolto, e questa banalità a lungo andare produce torpore. 

Il nostro tempo è scandito dallo zapping, termine inglese che indica un modo di guardare la televisione cambiando continuamente canale per trovare un programma interessante; fare zapping è diventato anche comportamento sociale,zapping nei rapporti, zapping negli svaghi ma anche zapping del dolore. 

Il dolore umano penetra nelle case giusto il tempo in cui suscita il nostro interesse e l’evento accende la nostra curiosità, così da un canale all’altro, si passa rapidamente da un terremoto a un omicidio, a una sciagura aerea, fino a che, terminato il tempo a disposizione, si torna ognuno alle proprie attività. 

Succede poi, che il dolore tocca anche noi o un nostro caro e così stranamente, pur essendo stati spettatori di tutte quelle esperienze dolorose, ci si sente disarmati e soli. 

Qualcuno ha affermato: “Il dolore è solo di chi soffre, ma di fronte ad una qualsiasi sofferenza irrompe tremenda la possibilità di soffrire”.  Il dolore è un’esperienza umana e, per quanto si voglia evitarlo, fa parte della condizione dell’essere uomo.

 

IL DOLORE NELLA BIBBIA 

Il tema del dolore è presente nella religione cristiana che affonda le proprie radici nell’ebraismo. Se prendiamo come riferimento la Bibbia, costateremo come, escludendo i vari sinonimi, la sola parola dolore è presente ben 50 volte nell’Antico Testamento, relativamente meno, 7 volte, nel Nuovo Testamento. 

Ma è Cristo che interviene rompendo in alcune persone il “circolo” del dolore: “Ecco una donna, che da diciotto anni era posseduta da uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio” (Vangelo di Luca 13:11).

Un uomo che soffriva da 38 anni sarà liberato da Gesù: “Là c’era un uomo che da trentotto anni era infermo. Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» L’infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina». In quell’istante quell’uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare” (Vangelo di Giovanni 5:5-9).

Ma c’è un altro tipo di dolore che Gesù può e vuole guarire: è il dolore del cuore, sede dei nostri più profondi e intimi sentimenti, che troppo spesso diventa la dimora di ferite e dolori che solo il Suo tocco può sanare. 

Forse la causa del nostro dolore deriva da aspre parole rivolteci da qualcuno a noi caro, o forse è l’effetto di delusioni o inaspettati tradimenti. Lo stesso apostolo Paolo parlerà di un suo amico, Alessandro, come la fonte di un grande dolore: “Alessandro, il ramaio, mi ha fatto del male assai” (Seconda lettera a Timoteo 4:14). 

Nessuno purtroppo è esente dall’esperienza del dolore.

 

IL RIMEDIO

La medicina ha fatto passi da gigante per lenire il dolore. Studi di ogni genere vengono svolti al fine di trovare un rimedio, come ad esempio l’algologia, o terapia antalgica (detta anche terapia del dolore o medicina del dolore), che consiste nell’approccio terapeutico e scientifico al trattamento del dolore. 

Ma chi si occupa del dolore del cuore? Se nel tuo cuore ci sono ferite profonde, medico e medicina sono a portata di una preghiera! 

Ecco che cosa Dio dice intorno alle tue ferite: “«Perché gridi a causa della tua ferita? Il tuo dolore è insanabile… Ma io medicherò le tue ferite, ti guarirò dalle tue piaghe», dice il Signore” (Libro di Geremia 30:15,17).

Nella celeberrima parabola del buon Samaritano leggiamo: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui” (Luca 10:30-33). 

Forse questa è la slide della tua vita; il mondo ti ha doppiamente ferito, derubandoti di ogni cosa e “passando dalla parte opposta”, ignorando il tuo dolore e le tue ferite. 

Gesù è il Buon Samaritano che si ferma, versa sulle tue ferite l’olio e poi il vino. 

Questa potrebbe sembrarti una violenza alle più elementari norme di igiene: sulle ferite va messo prima il vino (sostanza alcolica per disinfettare) e poi l’olio per lenire il dolore, ma Egli non aggiunge mai dolore a dolore! 

La prima cosa che fa è lenire il dolore del tuo cuore e poi, secondariamente, procede alla guarigione totale senza lasciare alcuna presenza di cicatrici.

Caro lettore, solo Gesù può fare questo! Il Buon Samaritano, Gesù, ti sta passando acconto perché vuole prendersi cura di te. 

Lascia operare Gesù nella tua vita, riceviLo come Personale Salvatore e il dolore del tuo cuore sarà solo un lontano ricordo. “Mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore” (Libro di Isaia 61:3).

Domenico Modugno

Culti  Download                                               Preghiere                                  Testimonianze
 Audio mp3 Download                                       Chiese                                     Riflessioni
Film cristiani                                                   Video culti                           

Alla ricerca della parola di Dio

MY DEUS

Sito realizzato da Rienzi Salvatore

  • Facebook Clean Grey
  • Twitter Clean Grey
  • LinkedIn Clean Grey
bottom of page