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                                 Ecco cosa Dio ha fatto in me!

 

 

Mi chiamo Davide e desidero in quest'oggi raccontarvi come il Signore è entrato nella mia vita. Qualche anno fa, un mio collega di lavoro (di nome Luigi) mi parlò del Signore. Avendo altri pensieri e progetti per la testa, diedi scarsa importanza a quelle sue parole. Ma, dopo alcuni mesi, mi accadde qualcosa che modificò radicalmente il mio modo di pensare. Ebbi un grave incidente sul lavoro e persi metà pollice della mano sinistra. Dopo un via vai tra un ospedale ed un altro, fui finalmente operato. L'intervento durò circa un'ora durante il quale il medico tentò di riattaccare la parte del dito tranciata. Ma l'operazione non riuscì. Fui così informato delle due opportunità rimanenti: l'amputazione oppure la ricostruzione per poter riacquistare buona parte della funzionalità della mano. Ero talmente stanco e stressato per la giornata trascorsa che decisi per la soluzione più veloce e drastica: l'amputazione. Ma, guidato dal Signore, il medico m'indusse, con rassicuranti parole, a rivedere la mia decisione e alla fine optai per la ricostruzione.

         Solamente nei giorni successivi realizzai appieno la gravità di quanto mi era accaduto e le tragiche conseguenze di quel brutto incidente. Non ero più autonomo, avevo bisogno di aiuto per mangiare, per lavarmi, per vestirmi. Di fronte a quella tragica realtà fu come se il mondo mi fosse crollato addosso. Per me la vita non aveva più senso! Sfogai questa mia rabbia contro i miei familiari, gli unici che mi erano stati vicini. Ma neppure questi sfoghi mi facevano stare meglio, anzi dentro di me stavo ancora più male.

         Intanto Luigi, quel mio collega di lavoro che mi aveva parlato di Gesù, avendo saputo del mio incidente, venne a farmi visita e mi parlò ancora di Gesù. Egli, vedendo il mio stato d'animo e il mio bisogno d'incoraggiamento, continuò a starmi vicino attraverso periodiche visite durante le quali continuava goccia dopo goccia a trasmettermi l'acqua della vita. Nel suo discorrere questo giovane insisteva sulla immensità dell'amore di Dio. Egli diceva: «Dio ci ha amati a tal punto che ha donato il Suo Unigenito Figliuolo (Cristo Gesù) a morire sulla croce per i nostri peccati, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia VITA ETERNA». Ricordo che nel corso di una delle sue visite, m'invitò a partecipare ad un culto in una chiesa evangelica. Accettai l'invito un po' per curiosità e un po' per disperazione. Cercavo un rifugio, o come si usa dire, un'ultima spiaggia. Così, una domenica mattina, partecipai al mio primo culto evangelico. A parte quella sensazione di disagio iniziale (normale per chi é cresciuto in ambiente cattolico) fui invaso da una profonda tranquillità e pace a tal punto che, volontariamente, continuai a frequentare i culti. Più partecipavo e più l'angoscia dell'incidente s'allontanava. Dentro di me si faceva spazio una pace mai conosciuta prima d'allora. I primi a notare questo mio cambiamento furono proprio i miei parenti che con me avevano vissuto le ore di massima angoscia. Mia sorella fu la prima a mostrare curiosità verso l'Iddio di cui ora iniziavo a parlare, quindi cominciò pure lei a frequentare le riunioni di culto.

         Durante una delle successive visite di controllo, il medico riscontrò un'esposizione ossea inizialmente scambiata con la ricrescita dell'unghia. Ciò rendeva necessario un intervento chirurgico da eseguire in due tempi diversi. Iniziai a pregare chiedendo al Signore d'intervenire Lui per la mia guarigione ancor prima dei medici. Ma così non fu! Dio aveva preparato per me un programma diverso: la salvezza attraverso l'intervento. Il giorno precedente l'operazione lessi "casualmente" il verso 33 del capitolo 6 dell'Evangelo di Matteo. Questo testo s'impresse nel mio cuore e nella mia mente: «Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più». Presi quel messaggio per me, il Signore stesso mi stava indicando di pregare per la salvezza della mia anima e del mio corpo se ne sarebbe preso certamente cura Lui, personalmente. Ebbene, tre giorni dopo l'intervento, in una riunione evangelica, fui salvato. Gloria a Dio! Ricordo che il pastore durante la preghiera fece un semplice appello esortandoci a fare delle richieste a Colui che può tutto. Un fratello innalzò una preghiera e menzionò proprio me. Il mio cuore batteva forte e io ripetevo a voce alta: «Signore salvami, io credo in Te!» Mi sentii come da solo davanti alla presenza di Dio e, con un pianto di liberazione, aprii il mio cuore al Signore. Immediatamente fiumi di gioia, pace e amore invasero la mia vita. Sono esperienze davvero difficili da descrivere ma facilmente realizzabili ponendo fede nel sacrificio di Cristo Gesù!

         In seguito, il Signore mi donò la gioia di vedere mia madre venire in chiesa. Nello stesso periodo, regalai una copia della Bibbia a mio padre il quale subito si applicò a leggerla con continuità ed interesse. Questa sua reazione suscitò in me una grande gioia e la speranza che presto anche lui sarebbe venuto in chiesa. Infatti fu proprio così! Poco dopo anche lui cominciò a frequentare i culti! Confido giorno per giorno nella promessa che il Signore ci ha fatto tramite la Sua santa e benedetta Parola: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia» (Rif. Atti degli Apostoli Cap.16 verso 31).

         Tramite questa pubblicazione, ringrazio il Signore anche per la buona riuscita dei successivi interventi di ricostruzione che mi fatto riacquistare buona parte della funzionalità della mano potendo di nuovo tornare a lavoro. Al Signore solo sia la gloria nei secoli dei secoli!

         Leggendo la Bibbia, fui posto di fronte ad un'altra importante decisione: il battesimo in acqua. Gesù ci ha detto: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato». Sentivo forte il peso di questa responsabilità, ma desideravo l'approvazione di Dio attraverso l'esperienza del Battesimo dello Spirito Santo. Per servire il Signore necessitavo dell'unzione dall'Alto. La conferma non tardò e, mediante la Sua Parola, una domenica mattina, in chiesa, fu meditato intorno ad Ittai di Gath (Rif. Secondo Libro del profeta Samuele Cap.15 versi 13 a 22). I versetti 20 a 22 furono la mia risposta e mi fecero comprendere chiaramente che il Signore mi stava spingendo a fare il patto con Lui (cioè il battesimo in acqua per immersione). Così, in ubbidienza alla Parola di Dio, la stessa domenica espressi al pastore il desiderio di volermi battezzare. Il Signore nella Sua infinita bontà non tardò e dopo pochi giorni mi battezzò nello Spirito Santo.

         Anche l'esperienza del battesimo da parte dello Spirito Santo fu alquanto singolare. Mi trovavo in una riunione evangelica sotto una tenda e fu meditato il testo biblico che tratta della benevolenza di Davide verso Mefiboset (Rif. Seconda Epistola di Samuele capitolo 9 versi 1 a 13). Ci fu un espressione che Dio scrisse sulla tavola del mio cuore. Mefiboset disse Davide: «Ecco il tuo servo!» Nel corso della preghiera, successiva alla meditazione biblica, la espressi a Dio con tutto il mio cuore. Non feci neppure in tempo a concluderla quand'ecco che improvvisamente cominciai a lodare Dio con un linguaggio a me sconosciuto ma di grande e profonda benedizione per la mia anima. Questo fu solo l'inizio, infatti questa benedizione si rinnova di giorno in giorno nella mia vita.

         Ma le meraviglie di Dio per la mia vita non sono finite. In seguito il Signore mi ha donato la gioia di fidanzarmi con una sua figliuola, oggi mia moglie. Nella vita del cristiano nulla è dettato dal caso ed i buoni doni provengono dal nostro Padre Celeste che provvede sempre il meglio per coloro che confidano in Lui. «Casa e ricchezze sono un'eredità dei padri, ma una moglie giudiziosa è un dono del Signore» (Rif. Libro dei Proverbi Cap.19 verso 14). Ringrazio con tutto il cuore il Signore anche per mia moglie, Gabriella.

         Ed infine, ma non ultimo per importanza, ringrazio il Signore perché mi ha dato l'onore di essere un Suo araldo della buona notizia: Gesù Cristo è la via, la verità e la vita! (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.14 verso 6). Sono davvero felice di aver cominciato questo cammino che ha come meta la gloria del cielo e prego l'Eterno che mi dia sempre forza e coraggio per perseverare nella Sua volontà! A Dio la gloria!

 

                         Il programma di Dio per la mia vita

 

 

Gioisco nel raccontare ciò che il Signore Gesù Cristo ha fatto nella mia vita, nel mio cuore e nel mio corpo. Inizio col dire chi ero prima di conoscere la salvezza donatami da Cristo Gesù. Sono nata in una famiglia non interessata alle cose di Dio nonostante mia nonna e mia zia fossero fedeli all'Iddio vivente. Furono proprio loro a trasmettermi la Parola di Dio sin da piccola e qualche volta mi portavano in chiesa. Spesso mi chiedevo chi fosse questo Gesù che tutti adoravano ma non riuscivo a comprendere. Di tutte quelle volte che mi recavo in chiesa, ricordo i cantici che toccavano le corde del mio cuore e che a distanza di anni sono rimasti scolpiti in me. Ho sempre creduto che Dio esisteva e che era quotidianamente all'opera ma non avevo mai avuto la forza per invocarlo. Ho sempre saputo che la Bibbia è la Parola di Dio. Ero a conoscenza che il Signore Gesù sarebbe ritornato per giudicare secondo la Sua Giustizia. Tutto ciò conferma la mia predisposizione alle cose di Dio e conferma pure che il Signore aveva iniziato ad operare in me sin da piccola. Egli attendeva il momento giusto per rivelarsi completamente al mio cuore.

         Negli anni dell'adolescenza ho fatto tutte le cose che di solito fanno i ragazzi a quell'età e forse qualcosa in più. Ma il Signore era con me anche allora e mi donò un grande amore: Raffaele. Il nostro amore è stato benedetto dal Signore sin dall'adoloscenza ed in seguito col Suo aiuto ci siamo uniti in matrimonio. Nel corso degli anni ho continuato a confidare nell'Iddio di cui mi parlavano la nonna e la zia. Sapevo anche che loro pregavano per me e per la mia famiglia ed ogni tanto mi chiedevo: «Ma quando non ci saranno più loro, chi pregherà per me?» Intanto la mia vita andava avanti: avevo un bel lavoro, una casa, degli amici e la mia famiglia. Insomma c'erano tutte le premesse umane per essere felice, eppure non lo ero. Ero sempre scontenta, mi sentivo inadeguata, insoddisfatta, sovente manifestavo altezzosità e orgoglio. Ero facilmente incline alla discussione, soprattutto con mio marito. Ma Gesù aveva preparato un regalo per me: l'incontro personale con LUI.

         Un giorno andai dal medico per una visita ed iniziò il mio soffrire: la dottoressa mi trovò una massa anomala in vescica e, dopo aver consultato altri due medici, mi diagnosticarono un tumore maligno vescicale. Venni ricoverata per dei più approfonditi accertamenti e, dopo la cistoscopia venne la conferma: carcinoma infiltrante vescicale. In quei giorni iniziai a vedermi per quel che ero: una donna senza Dio e senza speranza! Non riuscivo a rivolgermi al Signore infatti chiedevo agli altri di pregare per me e non ho mai detto in cuore mio: «Perché proprio a me?» poichè ero perfettamente cosciente che quella era la volontà di Dio e non una pura casualità! Intanto intorno a me si strinsero in un caldo abbraccio tutti gli amici, i miei genitori e mio marito. Quanto amore in quei giorni. Ogni giorno il medico ci dava informazioni più dettagliate circa l'operazione al quale mi sarei dovuta sottoporre. Essa prevedeva l'asportazione completa della vescica e dell'apparato riproduttivo. Dopo qualche giorno uscii dall'ospedale. Ero distrutta! A breve sarei dovuta rientrare per sottopormi al previsto intervento il cui esito tuttavia si presentava incerto, per non pensare poi al periodo post-operatorio. Il medico mi diede appuntamento nel suo studio privato per il giovedì successivo.

         Ero senza forze ed inoltre mi sentivo responsabile della sofferenza di tutti. Aprii tutto il mio cuore a Dio ed invocai l'Iddio della salvezza. Lo supplicai di starmi accanto e di non abbandonarmi e mi presentavo a Lui non nel mio nome ma nel nome di Gesù. Subito dopo questo mio dialogo con Dio, suonarono alla porta d'ingresso. Era la zia che mi consegnò un foglietto del calendario cristiano il cui verso diceva: «Quando dovrai attraversare le acque, IO sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai col fuoco, non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà» (Rif. Libro del profeta Isaia Cap.43 verso 2). Con quelle tenere parole lo Spirito Santo mise coraggio dentro al mio cuore. Il Signore mi stava sussurrando parole che scaldavano il cuore! Egli era già all'opera e stava già rispondendo alla mia preghiera fatta poco prima! Poi il fatto di sapere che la chiesa stava pregando per me, mi rendeva ancora più contenta. La zia m'invitò a non avere dubbi perchè Dio avrebbe operato con potenza! La presenza di Dio intorno a me mi rendeva più serena. Guardavo la natura, le piante, i fiori e tutto mi appariva bello, vivo, speciale; era come se li stessi osservando per la prima volta. Il nome di Gesù iniziava a riempire la mia mente. Raffaele, mio marito, mi chiese che cosa mi sarebbe piaciuto fare prima di rientrare in ospedale e la mia istintiva risposta fu: «In questa settimana desidero cercare Gesù!» Mi stupii io stessa di quelle parole, ma nulla in quel momento era più vero e reale per me. Desideravo coltivare la presenza di Gesù e la cosa ancora più bella è che Gesù era già accanto a me! Grazie Signore per l'immenso amore che hai per noi!

         Al mattino mi svegliai canticchiando: «Ho trovato la vita in Gesù, cosa voglio volere di più. Ho trovato la gioia nel cuore; la Sua luce m'illumina il cuore!». Umanamente parlando la cosa non era affatto «normale» visto che mancavano tre giorni al responso definitivo del medico. La nonna mi stava sempre più vicino e la zia mi regalò il calendario cristiano. Lo aprii e lessi immediatamente il verso del giorno che diceva: «Poiché il paese del quale state per prendere possesso non è come il paese d'Egitto donde siete usciti» (Rif. Libro del Deuteronomio Cap.11 verso 10). Lo Spirito di Dio avvolgeva tutto il mio essere, ero alle porte di Canaan! Su consiglio della zia iniziai a leggere alcuni Salmi che mi davano sollievo e speranza. Infatti più li leggevo, più piangevo e confessavo i miei peccati e più scendeva in me la certezza che Dio mi stava ascoltando. La mia famiglia era moralmente distrutta ma anche loro non avevano ancora abbandonato la speranza di vedere realizzato il miracolo di Dio. Durante la notte il mio spirito invocava Dio chiedendo guarigione. Ricordo che in preghiera dicevo: «Signore, Tu puoi ogni cosa! Basta una Tua parola ed io sarò salvata!» Al mattino lessi il messaggio del calendario: «E Agrippa disse a Paolo: Per poco non mi persuadi a diventare cristiano» (Rif. Atti degli apostoli Cap.26 verso 28). Per la prima volta in vita mia compresi il vero «significato di cristiano». Anch'io pensavo la stessa cosa di Agrippa! Non vedevo l'ora di rimanere da sola per dare libero sfogo alle mie lacrime e per immergermi nella lettura dei Salmi che davano voce ai miei pensieri e mi aiutavano a trovare le parole giuste davanti a Dio.

         Parlando con la nonna, lei mi chiese che cosa pensassi di Dio e la mi risposta fu: «Dio c'è, ma io non sono degna di chiederGli niente, non Lo posso cercare ora solo perché sono nel bisogno. Non sono degna di Lui!» Allora la nonna mi strinse forte ed elevò la preghiera più bella sentita fino a quel giorno: «Signore, veniamo a te per chiedere di stendere il tuo braccio, tu sei il Signore dei Signori ed il Dottore dei dottori! A te nulla è impossibile e puoi ogni cosa, solo tu puoi operare! Nel nome di Cristo Gesù! Amen». Quanto ho creduto a quelle parole, quanto ho desiderato essere guarita all'istante, quanto ho considerato vere quelle parole! La mia preghiera però fu: «Signore, dammi la forza per superare tutta questa situazione e per dare la forza a chi mi sta vicino!» Il Signore mi rispose in quell'istante proprio come sta scritto nella Bibbia: «Ed avverrà che prima che mi invochino Io risponderò, parleranno ancora e già li avrò esauditi» (Rif. Libro del profeta Isaia Cap.65 verso 24). La sera stessa mi sentivo come Saulo sulla via di Damasco, chiamato da Gesù per essere sua testimone nel mondo!

         Il giorno dopo sfogliando il calendario leggo: «E vedutolo lo adorarono, alcuni però dubitarono» (Rif. Evangelo di Matteo Cap.28 verso 17). Quello era il giorno della sentenza ma il Signore aveva un altro «finale» per me: «Il loro dolore venne mutato in gioia!» (Rif. Libro di Ester Cap.9 verso 22). Attendevo la telefonata del medico con la SPERANZA nel cuore. Intanto la parola miracolo già era sulla mia bocca al mattino quando chiamando a lavoro comunicai che a meno che non si fosse verificato un miracolo non sarei tornata presto. La notizia dell'opera meravigliosa di Dio mi colse per strada, inizialmente non riuscivo a capire ma l'esito era chiaro: massa formata da cellule tipiche! DIO AVEVA OPERATO mutando il dolore in gioia! Iniziai a dare lode a Dio e lacrime di gioia rigarono le mie guance; mia madre era scossa ma felice, mio padre (bestemmiatore fino a quel momento!!!) iniziò a dare gloria a Dio! Il miracolo avvenne anche nella mia famiglia. Lo Spirito Santo riempì i nostri cuori e piangendo iniziammo a lodare Dio e dissi a mio padre: «Il Signore ci sta chiamando, ci dà dimostrazione della Sua gloria! Ci sta chiamando!». Da quel giorno sono rinata! Ho sentito tutto il Suo amore avvolgermi e la lode del Suo nome si è impadronita della mia bocca. Da quel momento il mio cuore trabocca di gioia e tutto intorno a me ha cambiato colore, forma, dimensione e la mia stessa vita ne è un esempio di questo cambiamento.

         Il Signore mi ha donato il Suo Spirito ed ha riempito tutto il mio essere. Ora appartengo a Cristo e Cristo appartiene a me, non per un anno un mese o un dì, ma per l'eternità! Tramite questo sito evangelico oggi posso affermare che prima ero cieca, ma ora, grazie a Gesù, ci vedo! Concludo questa testimonianza con le parole del profeta Isaia: «A colui che è fermo nei suoi sentimenti, tu conservi la pace, la pace perché in Te confida» (Rif. Libro del profeta Isaia Cap.26 verso 3). Ringrazio il Signore per la grazia ricevuta, ringrazio il Signore perché mi ha dato la gioia di amarlo e servirlo. Ringrazio il mio caro Gesù per la Sua fedeltà! Anche per te, amico lettore, vale questa promessa: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia» (Rif. Atti degli Apostoli Cap.16 verso 31). In ubbidienza al comando del Signore mi sono in seguito battezzata e come sposa voglio essere fedele e sottomessa al mio Sposo celeste per sempre! Il nostro Dio è meraviglioso e fedele, Egli mantiene sempre le Sue promesse! Mi ha concesso di diventare mamma e mi ha battezzato in Spirito Santo.

Alleluia! - Dio ci benedica - Cristina

Testim. Cristina
Testim. Guido

 

                              «Ora l'occhio mio ti ha visto!»

 

 

Mi chiamo Guido e al momento della stesura di questa mia testimonianza ho 51 anni. Da circa ventotto anni ho accettato Gesù nel mio cuore e da ventisei anni sono al Suo servizio attraverso l'insegnamento nella Scuola Domenicale. Voglio testimoniare a tutti ciò che Gesù ha fatto recentemente nella mia vita. All'eta di ventuno anni subii un'operazione al polmone per una pleurite saccata. In quell'occasione, mi fecero una trasfusione con del sangue infetto che mi portò l'epatite "C" con il genoma più pericoloso. Per circa vent'anni non mi sono accorto di nulla (chi è nel campo sa che queste malattie sono silenti). Io e mia moglie, non avendo figli, decidemmo di fare una richiesta di adozione e ci sottoponemmo a tutti gli esami e i colloqui di routine. Fu in quell'occasione che scoprii di essere affetto dal virus. Corsi naturalmente ai ripari e mi sottoposi ad una cura di interferone, ma ormai la mia malattia era diventata cronica e la cura non ebbe successo.

         Negli anni che seguirono le cose peggiorarono, il ministero della Sanità mi diede una pensione e cominciai così la mia vita da pensionato. Lo scorso anno mi iscrissi all'Istituto Biblico perchè desideravo fare il secondo anno della scuola Biblica. Il primo anno lo avevo fatto ventidue anni prima. All'inizio tutto andò bene, ma nei mesi successivi ebbi un'emorragia rettale. Dopo aver fatto gli accertamenti del caso, i medici mi diagnosticarono un polipo tumorale al colon e decisero di operarmi. Mentre attendevo di essere chiamato per il ricovero, una notte andai in coma epatico e fui trasportato all'ospedale in camera di rianimazione. Non ricordo nulla di quello che accadde. Durante le giornate di coma ebbi uno strano sogno: ero in un luogo che non so descrivere e sentivo la forte presenza del Signore. Il mio spirito gioiva e godevo di una gran pace. In questo luogo udii le voci di molti bambini, non riuscivo a vederli, ma sentivo che desideravano giocare con me, ma, mentre lo stavo facendo, fui letteralmente trasportato su un sentiero che scendeva a valle e, poco dopo, aprii gli occhi. Pensavo di essermi svegliato nella mia camera da letto ma dopo essermi guardato intorno, scoprii che quella non era casa mia poichè vidi la dottoressa che parlava con una sua collega del mio caso. «Sicuramente» pensai «sto sognando e domani sarà tutto diverso!» Con questo pensiero mi riaddormentai e il sonno era più dolce. Quando il mattino seguente riaprii gli occhi, mi resi conto che non avevo sognato. Alcune infermiere mi stavano facendo le cure che in genere si fanno in una sala di rianimazione e una di loro mi intimò di non fare movimenti bruschi perché avrei rischiato di morire. Nel pomeriggio mia moglie venne a trovarmi e per me fu una grande gioia poterla rivedere. Cercai di parlarle ma ero ancora intubato e dalla mia gola uscivano solo strani ed incomprensibili suoni. Desideravo chiederle cosa fosse successo e perché mi trovavo in quel posto, ma per parlare dovetti aspettare il giorno successivo quando finalmente mi tolsero il tubo che avevo in gola. Fu allora che mia moglie mi mise al corrente che al pronto soccorso i medici mi avevano dato per spacciato e che i fratelli e le sorelle della chiesa stavano pregando intensamente per me. Infatti la notizia del mio risveglio dal coma fece il giro di tutte le chiese d'Italia ed anche all'estero.

         Ad un fratello della mia comunità accadde un fatto alquanto strano e desidero raccontarlo con le sue stesse parole: «In quel periodo avevo un grande peso nel mio cuore per via di quel famoso caffè che ti avevo promesso di passarmi a prendere (io lo avevo invitato a casa mia per un caffè) perché magari avevi anche bisogno di un poco di conforto in quel periodo ma io a causa di mille impegni non ero riuscito a passare e allora pregavo il Signore che ti ristabilisse. La domenica prima del tuo risveglio (avvenuto il giorno dopo) ero in chiesa e durante la preghiera continuavo a chiedere al Signore di guarirti. All'improvviso sentii una voce al cuore che mi disse: «Guido si è svegliato!» Pensai fosse la mia immaginazione e peccai non credendoci. Ma il giorno dopo, mentre ero in macchina, ripensai a quello che era successo in chiesa e fu lì che Elia, mia moglie, mi disse che ti eri svegliato dal coma!» Molti possono pensare che tutto questo è frutto di una suggestione mentale, ma io so con certezza che determinate cose può farle soltanto l'Iddio Onnipotente attraverso lo Spirito Santo.

         Ritornando al racconto... due giorni dopo il mio risveglio dal coma, mi portarono al reparto di medicina, in una stanza con due soli letti. Nel letto vicino al mio c'era un uomo malato di tumore. Cercai in vari modi di parlargli di Gesù e del Suo immenso amore per l'uomo, immenso a tal punto da donare la Sua vita sulla croce per il nostro perdono da ogni peccato e per donarci la vita eterna. Ma notai che la disperazione si era totalmente impadronita di lui. Confido in Dio affinché le mie insufficienti parole non siano cadute nel vuoto. I numerosi fratelli che venivano a trovarmi e le preghiere che facevo insieme a loro colpirono sicuramente il suo cuore. Infatti notavo che s'informava di me chiedendo chi fosse tutta quella gente che veniva a farmi visita. Era così numerosa che l'infermiere era costretto a far uscire qualcuno dalla stanza per paura che non circolasse l'aria. Cinque giorni dopo lasciai l'ospedale. Quando mia moglie ritornò nella segreteria dell'ospedale per richiedere la cartella clinica, gli dissero che quell'uomo era morto. Chissà se ha accettato Gesù come suo personale Salvatore, accettazione necessaria per accedere alla vita eterna con Cristo!

         Qualche giorno dopo, mia moglie andò all'ospedale nel quale dovevo fare l'operazione al colon, ma il primario e tutti i suoi assistenti, le dissero che la mia situazione era cambiata in peggio e che non era possibile fare l'operazione in quanto rischiavo di morire sotto i ferri e quindi non si assunsero la responsabilità dell'intervento. Ma ciò che fece traballare la mia fede, furono le parole finali di tutto il loro discorso: dissero che dovevo tenermi il tumore fino a quando la morte fosse sopraggiunta. Lascio immaginare quale sia stata la mia reazione. Ma nonostante tutto ero convinto che il Signore non ci avrebbe lasciato in balia degli eventi... d'altronde se mi ha tirato fuori dal coma, non potevo morire in quel modo. Anche stavolta la Sua risposta non tardò. Ci rivolgemmo alla nostra epatologa, la quale valutò meglio la situazione, e dopo avermi sottoposto ad una cura adeguata, contattò un chirurgo di nota fama e nel mese di settembre fui operato. Fu pure questa occasione di testimoniare, sia con la mia vita che con le parole. Regalai il Nuovo Testamento ai compagni di stanza. Anche gli stessi medici rimasero colpiti dalla mia serenità nell'affrontare l'intervento visto che non mi avevano nascosto il rischio che correvo. La cosa meravigliosa fu il fatto che avendomi fatto una T.A.C. si aspettavano che qualche organo (tipo il pancreas, l'intestino...) fosse stato intaccato dal tumore, ma il risultato andò oltre ogni loro aspettativa: NESSUN ORGANO ERA STATO ATTACCATO! Il tumore era stato inglobato da un linfonodo e non aveva permesso che il carcinoma si espandesse con le metastasi, ma rimase circoscritto e quindi l'operazione riuscì perfettamente.

         Alla fine dell'intervento mi portarono in camera di rianimazione in via del tutto preventiva ed in genere questa prevenzione dura due giorni. Io rimasi soltanto un giorno e la mattina seguente rientrai in reparto. Il decorso post-operatorio trascorse bene ed ogni giorno le mie condizioni miglioravano a tal punto che alla fine della settimana mi dimisero dall'ospedale. Ora sono in cura da un oncologo e un epatologo. Anche se il mio fegato ancora non si ristabilisce, io confido in Colui che «avendo iniziato un'opera buona in me, certamente la porterà a compimento». E poi se il Signore ci dà un cuore nuovo quando ci arrendiamo a Lui, certamente è Potente da donarmi anche un fegato nuovo essendo LUI il mio Creatore e Signore! Desidero vivere per amare e servire il mio caro Gesù!

Dio ci Benedica insieme!
Fratello Guido

 

 

 

                                 Una offerta unica ed irripetibile...

 

Dopo tanti anni di cammino nel deserto, ho visto la luce di Cristo. Oggi la mia anima e tutta me stessa loda il Signore e, come la nostra sorella Maria, esulto dicendo: «Il Signore è il mio Salvatore». Da buona cattolica ero devotissima della Madonna di Pompei alla quale chiedevo del continuo delle grazie. Ma dentro di me ero convinta che, seppure per mezzo di Maria, ogni grazia proviene da Dio. Tuttavia ero una idolatra per l'insegnamento errato impartitomi. Premetto che leggevo la Bibbia, ma la meditavo con gli occhi bendati dai dogmi e dalle tradizioni della religione di appartenenza. Tutto cominciò meno di un anno fa, quando mi sintonizzai sulla frequenza di Radio Evangelo, l'emittente cristiana che trasmette nella zona di Bari. Quella predicazione Cristocentrica mi trasmetteva una grande pace ed inoltre lo Spirito Santo mi sussurrava: «Ecco, questa è la verità!» Nonostante ciò, non riuscivo tuttavia ad allontanarmi dalla chiesa cattolica romana, avevo paura delle scomuniche, temevo che al di fuori di lì non ci fosse salvezza. Ero inoltre prevenuta verso le altre religioni, temevo che quei messaggi radiofonici evangelici fossero una trappola del nemico per farmi abbandonare la fede. Così con questo stato d'insicurezza interiore mi disposi nel fare delle ricerche attraverso internet.

         Posi mille domande a vari pastori e donne evangeliche, oggi miei fratelli e sorelle in Cristo. Giorno per giorno cresceva sempre di più in me l'impeto di voler conoscere la "verità" e alla fine questa sfida l'ha vinta il Signore per me. Le verità scoperte, per cui ho lasciato la chiesa cattolica romana, si trovano nella lettera agli Ebrei e riguardano il sacerdozio di Cristo che non è trasmissibile perché solo Lui è sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek. Trattasi di un sacrificio unico ed irripetibile e quindi non rinnovabile come invece avviene sull'altare della chiesa cattolica. Infatti i peccati del mondo sono stati espiati con la morte in croce di Gesù e non occorre aggiungere alcun'altra offerta riparatrice. Oggi dobbiamo solo credere ed offrire a Dio sacrifici spirituali graditi. Inoltre nel Vangelo di Matteo al capitolo 4 leggiamo: «Adora Dio e a Lui solo rendi culto!» Un esclamazione che fa chiaramente capire che solo a Dio si deve indirizzare la nostra preghiera attraverso l'unico nostro intercessore ed avvocato: Cristo Gesù, l'Unigenito Figlio di Dio.

         Desidero ringraziare Dio per il grande aiuto di un pastore di cui non pubblico il nome (così come da lui richiesto), ex prete cattolico. Che Dio lo benedica del continuo per la sua pazienza, disponibilità e per la sua opera di evangelizzazione verso di me attraverso interminabili e continue telefonate a qualsiasi ora del giorno oltre agli studi biblici che mi ha sempre gentilmente inviato. Un grazie a tutti i fratelli e alle sorelle che ogni giorno pregano per la conversione di quanti cercano il Signore e di quanti sono imprigionati da teorie filosofiche, dottrinali ed umane. Ringrazio il Signore che è stato misericordioso nell'attirare a Sé una pecora perduta come me. A Lui la lode, l'onore e la gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen!

Cinzia N.

Testim. Cinzia
Testim. Sabato

  

                                   Una fragile pecorella...

 

Mi chiamo Sabato e desidero, spero in breve, raccontarvi il mio incontro con Dio. Da piccolo ero molto timido ed introverso, il mio unico mezzo di comunicazione era il disegno. La vita in famiglia non era affatto facile: mia madre aveva un forte esaurimento nervoso, mentre mio padre beveva cosi tanto, che presto divenne alcolista. Col tempo mio padre si ammalò di cirrosi epatica e morì a soli 54 anni. La morte di mio padre mi portò a riflettere sul significato della vita. M'interessai sempre di più alle cose di Dio, studiavo e ascoltavo qualsiasi cosa mi parlasse del Signore. Dentro di me pregavo del continuo il Signore dicendo: «Dio mio, fatti conoscere e fammi conoscere un gruppo che ti ami veramente, con cui possa servirti e seguirti».

         Dopo un po' incontrai dei credenti che mi parlarono di Gesù, prima con la loro vita e poi con le loro parole. Sei mesi dopo quell'incontro, decisi di partecipare ad un culto evangelico. Rimasi meravigliato e sorpreso quasi da tutto, ma andai via con il fermo proposito di non ritornarci più. Tuttavia dentro di me qualcosa mi spingeva a ritornare e così dopo quel primo culto ci ritornai altre volte. Confrontavo sempre tutto ciò che accadeva in quei culti, con quello che leggevo nella Bibbia. Prima di andare, alla mia quarta riunione di culto, rivolsi al Signore una breve preghiera: «Padre, se è questa la strada che Tu vuoi che io segua, fammelo capire questa sera, facendomi fare l'esperienza della salvezza descrittami da quei credenti. Se Tu non mi risponderai, io, in quella chiesa, non ci ritornerò più, perché ho timore di sbagliare». Andai in chiesa e il pastore predicò sul verso dove Gesù dice: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell'uomo, non ha dove posare il capo» (Rif. Evangelo di Matteo Cap.8 verso 20). Il messaggio diceva in sintesi che servire Dio è bello ma non è cosa facile; la via del Signore era stata preparata per quelli che fanno sul serio con Lui.

         Dopo quel messaggio ci fu un tempo per pregare e mentre tutti pregavano il pastore chiese che se c'era qualcuno che voleva donare la propria vita a Gesù, invitò prima ad alzare la mano e poi ad alzarsi in piedi. Anche se con molto imbarazzo, risposi a questo appello, alzandomi. Ricordo che stavo li, con la mano alzata e gli occhi chiusi, e con insistenza pregavo Dio dicendo: «Signore ti chiedo perdono di tutti i miei peccati, credo che Tu sei morto sulla croce per me, ti riconosco come il Signore della mia vita. Ti voglio seguire come mai non l'ho fatto finora; voglio essere un tuo discepolo». Appena conclusi la mia breve supplica, sentii la presenza dell'Eterno, iniziando dalla testa, invadere tutto il mio essere. Non potendo contenere tutta quella gioia esplosi in un tributo di lode all'Altissimo. Per la prima volta lodavo e ringraziavo Dio con tutto il mio cuore. Ecco l'inizio della mia conversione. In seguito feci "patto col Signore" (il battesimo in acqua) di volerLo amare e servire per tutta la mia esistenza. Ma vi era in me un altro grande desiderio, ricevere il "dono del battesimo dello Spirito Santo". Dopo averlo chiesto per tre anni, finalmente ottenni la potenza dall'Alto. Ricordo che stavo pregando e mi venne in mente questo verso biblico: «Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono» (Rif. Evangelo di Matteo Cap.11 verso 12). In quell'istante la potenza di Dio invase la mia vita ed iniziai a parlare in altre lingue come lo Spirito mi dava da esprimermi (Rif. Atti degli Apostoli Cap.2 verso 4). Dio è Fedele!

         Sia mia sorella che i miei tre fratelli si sposarono ed io rimasi solo con mia mamma che, già da diversi anni, aveva iniziato a bere. Pure lei, come mio padre, si ammalò di cirrosi epatica e poco dopo morì. Anche se (umanamente) non trovo tutte le risposte, come quel cieco posso dire: «...una cosa so, ero cieco ed ora ci vedo!» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.9 verso 25). Ringrazio perciò Dio per avermi guarito completamente dalla cecità del peccato e confido in Lui che, avendo iniziato un'opera in me e nella mia casa, certamente la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù (Rif. Epistola ai Filippesi Cap.1 verso 6). Anche tu, amico caro che stai leggendo, permetti a Dio di operare nella tua vita. Chiedi perdono della tua esistenza peccaminosa. Invoca Gesù che è disponibile da subito ad entrare nella tua vita e a prendere il controllo di essa. Gesù vuole perdonare tutti i tuoi peccati, anche se possono essere tanti, e fare di te, una nuova creatura.

Sabato L.   

Testim.Gabriele

                                                              Per me c'era solo il dio "denaro"

 

         Sono Gabriele ed in breve desidero raccontarvi come il Signore è stato grande e misericordioso nella mia vita. Premetto che ho sempre creduto nell'esistenza di Dio e della Madonna ma ciò non mi impediva di essere un grande bestemmiatore. Non avevo problemi economici, nè di salute; inoltre avevo una bella famiglia, alla quale mi dedicavo con amore. Nei miei rapporti sociali cercavo sempre di far valere le mie idee e le mie posizioni, perchè ero convinto che la legge del più forte era l'unica vigente nella società. Nel mio cuore c'era un solo dio: «il danaro» e, per ottenerne sempre di più, mi davo da fare, anche con lavori disonesti. Ma, dentro di me, non mi sentivo in colpa di questo, perchè mi giustificavo dicendo: «Faccio tutto ciò solo per la mia famiglia e per non fargli mancare nulla».

         Era un giorno del millenovecentottantasei, quando mio cognato mi parlò di Gesù e del Suo sacrificio compiuto sulla croce per perdonarmi dai miei peccati. Le parole di quella persona mi infastidivano, lo prendevo in giro e non volevo ascoltarlo. Dopo poco tempo ebbi un lieve malessere che mi costrinse a letto per una settimana. Fu proprio in quel periodo che iniziai a leggere la Bibbia, la Sacra Scrittura. Lo Spirito Santo convinse il mio cuore, mi sentii un peccatore bisognoso del perdono di Dio e quando (per la prima volta) entrai in una chiesa evangelica sentii la tangibile presenza di Dio e scoppiai in un pianto liberatorio: il Signore aveva perdonato tutti i miei peccati, anche quelli più nascosti. Dopo poco tempo fui battezzato di Spirito Santo e nell'ottobre di quello stesso anno decisi di servire il Signore scendendo nelle acque battesimali.

         Sono trascorsi diversi anni da quel giorno e sulla mia vita si sono abbattute diverse tempeste... ma la mia casa non è crollata perché è stata costruita sulla roccia che è Cristo Gesù. Ringrazio Dio per tutto quello che ha fatto e farà nella mia vita e nella mia casa e... solo a Lui voglio dare la gloria in eterno!

Gabriele

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